Onorevoli Colleghi! - Gli effetti dell'amianto sulla salute sono ampiamente documentati. La respirazione di fibre di asbesto può determinare malattie diverse, tutte comunque caratterizzate da un lungo intervallo di tempo fra l'inizio dell'esposizione e la comparsa della malattia. Questo intervallo, chiamato «tempo di latenza», è in genere di decenni. Il rischio per la salute è direttamente legato alla quantità ed al tipo di fibre malate, alla loro stabilità chimica e ad una predisposizione personale a sviluppare la malattia. Le malattie principali che possono essere provocate dall'asbesto sono: l'asbestosi, malattia respiratoria cronica legata alle proprietà delle fibre di asbesto di provocare una cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare; il mesotelioma, un tumore maligno che può colpire le membrane sierose di rivestimento dei polmoni (pleura) e degli organi addominali (peritoneo); il carcinoma polmonare, un tumore maligno, e i tumori dei tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi. Ovviamente, i soggetti più esposti sono i lavoratori che per anni sono stati a contatto con sostanze contenenti amianto e per i quali i rischi di contrarre alcune delle patologie evidenziate sono molto più elevati. A tutela di questi lavoratori è stata varata la legge 27 marzo 1992, n. 257, con la quale si è finalmente giunti alla cessazione delle produzioni contenenti amianto. L'articolo 13 della legge n. 257 del 1992, e successive modificazioni, dispone le misure per il riconoscimento del carattere usurante di queste lavorazioni, individuando nel moltiplicatore 1,25 la misura di maggiorazione del periodo lavorativo ai fini del raggiungimento anticipato del pensionamento per i lavoratori esposti. Il limite della norma citata deriva dal fatto che i benefìci pensionistici vengono riconosciuti ai soli lavoratori